CONOSCERE IL NOSTRO APPENNINO – CASTELCORNIGLIO (Solignano)

 

Il castello originario fu edificato in epoca medievale, la più antica testimonianza della sua esistenza risale al 1226, quando Corniliolum fu citato negli Statuti di Parma, insieme ai manieri di Serravalle e di Mariano di Pellegrino, tra le fortificazioni presidiate dal podestà di Mariano e destinate alla protezione della bassa val Ceno, controllata dai parmigiani dalle ingerenze piacentine, nel 1243 ai tre fortilizi confinari fu aggiunto quello di Pizzofreddo.

In seguito il maniero di Castelcorniglio passò al marchese Manfredo Pallavicino, figlio di Oberto, che nel 1249 era stato investito delle limitrofe Specchio e Solignano dall’imperatore del Sacro Romano Impero Federico II di Svevia.

Nel 1391 il duca di Milano Gian Galeazzo Visconti assegnò i castelli di Specchio e di Pellegrino con le loro pertinenze ai marchesi Galvano e Manfredo Pallavicino; nel 1397 il Duca confermò i diritti ai marchesi Braccialino e Filippone Pallavicino.

Nel 1428 le truppe milanesi, guidate dal capitano di ventura Niccolò Piccinino, conquistarono il castello di Pellegrino e arrestarono il Pallavicino; il Marchese sotto tortura confessò di aver congiurato contro il Duca, che lo condannò a morte e incamerò tutti i suoi beni, nel 1430 il Visconti investì il Piccinino dei diritti su Castelcorniglio.

Nel 1450 il duca Francesco Sforza assegnò il maniero, insieme a quello di Specchio, a Niccolò, Lodovico e Giovanni Pallavicino, marchesi di Scipione.

Nel 1690 il marchese Ascanio Pallavicino morì in carcere a Piacenza, estinguendo il ramo di Specchio del casato, i manieri tornarono quindi ai Pallavicino di Scipione, che si estinsero nel 1776.

I due castelli furono quindi assegnati ai conti Valeri, ai quali seguirono dopo pochi anni i conti Rugarli, già feudatari di Golaso, che mantennero i diritti feudali fino alla loro abolizione sancita da Napoleone nel ducato di Parma e Piacenza nel 1805.

Nella seconda metà del XIX secolo il maniero di Castelcorniglio fu acquistato da Filippo Zanetti, già proprietario del borgo di Carpadasco, e intorno al 1870 fu completamente ristrutturato mantenendo nel complesso inalterato l’impianto cinquecentesco; nel corso dei lavori fu realizzata una cinta muraria esterna a sud col nuovo portale d’accesso, fu adibita a orto l’antica corte d’ingresso a nord e furono decorate le torri e le mura con una merlatura ghibellina.

Alla fine del secolo il castello fu alienato a Giuseppe Zanchi.

Nel corso della seconda guerra mondiale l’edificio divenne sede del distaccamento Jezzi della 31ª bis Brigata Garibaldi “Copelli”.

Il castello passò successivamente a Gustavo Buratti Zanchi e ai suoi eredi.

 

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