Risposta del sindaco di Fornovo all’articolo sulla Gazzetta in data 29 ottobre 2017 sulla lottizzazione delle Caselle

di Silvia Calici

In risposta all’articolo sulla Gazzetta in data 29 ottobre 2017, preme fare chiarezza rispetto al conflitto di interesse che sicuramente sussiste in quanto proprietà di una piccola parte dei terreni della lottizzazione delle Caselle, anche se non generato dal sindaco e dalla sua giunta in quanto risale tale lottizzazione, all’anno 2002 e più precisamente alla giunta Marzani. Nell’anno 2011 veniva affidato un incarico per il progetto e studio dei caratteri architettonici degli edifici di nuovo insediamento, denominato: “Caselle” all’architetto Pier Carlo Bontempi con determina n°572 del 07/11/ 2001 per un totale di 46.480,86 euro, successivamente allo stesso veniva affidato l’incarico per la progettazione definitiva con determina n°684 del 30/12/ 2002 per un importo pari a 100.708,64 euro, per un progetto complessivo pari a 193.669,96 che ad oggi attesterebbero a circa 250 mila euro, tali oneri risultavano in parte a carico del bilancio del 2002, in parte coperti da mutuo, contratto presso la cassa depositi e prestiti. Un piano particolareggiato di iniziativa pubblica, mai condiviso con i proprietari dei terreni, l’amministrazione Marzani aveva ritenuto molto vantaggioso per il comune. A distanza di quindi anni, l’amministrazione comunale,prima con la giunta Marzani e successivamente con la Bergamaschi, nulla ha prodotto in termini di attività utili all’attuazione del piano, approvato con delibera di consiglio comunale n°28 del 27/04/2004,con il voto favorevole dei consiglieri di maggioranza, mai adottato vanificando l’investimento sostenuto con le risorse dei cittadini fornovesi, considerando che un piano ricco di iniziativa pubblica avrebbe dovuto generare, l’esproprio delle numerose proprietà private per procedere con la realizzazione della lottizzazione. Quindi si è assistito ad un inerzia totale da parte dell’amministrazione comunale che dopo l’approvazione non ha mai adottato tale piano, oltre che un presunto danno erariale per avere impiegato risorse pubbliche per una progettazione mai realizzata. Numerose osservazioni pervenute all’amministrazione relative alla densità edilizia, notevole sviluppo di strade e parking con conseguente incidenza sull’ambiente e sui costi, perplessità sulla fattibilità economica, quindi una diffusa contrarietà a tale intervento, per la densità abitativa che prevede un insediamento di circa mille persone in una zona di pregio paesaggistico e ambientale, su un’area di 190 mila m2. Nonostante numerosi proprietari trovatesi un terreno edificabile, non avendo i presupposti per procedere sono stati obbligati a versare prima ICI e IMU per un totale di circa 103.110,00 euro dal 1999 al 2017. Nessun atto è stato adottato dalla giunta Grenti per modificare la destinazione urbanistica della lottizzazione, l’unica variante adottata è riferita alla delibera di consiglio comunale del 2002. Considerando Fornovo un piccolo comune risulta quasi inevitabile avere amministratori direttamente coinvolti nelle proprietà lottizzate compresa la famiglia del sindaco. L’unico strumento urbanistico oggi vigente è quello adottato dalla giunta Marzani, la giunta Grenti ha deliberato un atto di indirizzo politico con il quale affidare un incarico per lo studio di fattibilità di un Agri villaggio in località Caselle condividendo con i proprietari la riduzione della capacità edificatoria , restituendo all’ambito agricolo la parte rimanente con la consapevolezza di un danno economico, sostenendo i costi della fattibilità qualora fossero accorse condizioni per un eventuale proseguimento del percorso urbanistico. Probabilmente il il sindaco sarebbe dovuto astenersi anche dal partecipare alla votazione di tale atto, che non avrebbe modificato nulla rispetto alla situazione creatasi nel 2002. IL neonato gruppo fornovese aderente all’art.1 di Bersani, Barbieri e Bergamaschi dichiarano di essere “ fortemente contrari essendo Agri- villaggio, lontano dalla tradizione e vocazione urbanistica del Paese di Fornovo,” come se agli occhi di osservatori si mostrasse un paese povero di insegnamenti urbanistici, avendo loro stessi partecipato alle scelte riducendo il paese in codeste condizioni, rappresentanti politici ancorati a vecchie logiche di consumo di suolo alla soglie dell’adozione della nuova legge regionale (novembre2017) che prevede di restituire all’agricoltura tutto il terreno non ancora edificato. Il gruppo di minoranza consigliare dichiara di supportare, durante una commissione urbanistica la presentazione del progetto “ se si riuscisse sarebbe una grande opportunità per Fornovo, una nuova frontiera di sviluppo mondiale già sperimentata in nazioni nord europee con un riscontro favorevole all’opinione pubblica. Se il conflitto di interesse deve arrestare tale progetto, il sindaco non avrebbe nessun problema a chiedere di stralciare la proprietà sua e del padre. Nel 2019 potrebbero candidarsi anche parenti di altri proprietari per un conflitto di interesse legato a scelte politiche nate nel 2002, significa che nessuno dei proprietari diretti o parenti entro il quarto grado potrà mai candidarsi? il tentativo di risolvere un problema ereditato proponendo un progetto strategico non potrà mai avvenire?
Come tante altre situazioni ereditate dalle giunte precedenti, quali M. Ardone( Marzani) , gli edifici sorti dietro la piscina comunale (Bergamaschi), Caselle (Marzani), valutate dall’altra sponda politica appaiono sbagliate, per essere contrari a questa amministrazione, con motivazioni politiche poco sostenibili se non il ricorso legittimo, ad esporsi come quello pubblicato sulla Gazzetta di Parma del 29 ottobre 2017.

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