VENERDI 8 DICEMBRE A VARSI SI TERRA’ LA FESTA DI TESSERAMENTO GRUPPO ALPINI DI VARSI

Alle ore 10 alzabandiera e corteo per recarsi in chiesa dove sarà celebrata la S.Messa da Don Antonino Scaglia.
Finita la S. Messa onore al merito ai caduti.
Sotto il testo di Don Silvio Ferrari illustrato da Flavio Nespi che verrà donato alle autorità.

Don Silvio Ferrari. Strappato al Seminario nel momento più importante della sua vita (la vigilia della consacrazione sacerdotale), si trovò a vivere un’esperienza che avrebbe potuto disorientarlo se nel suo animo non ci fosse stata la vocazione incancellabile: “Sarai Sacerdote in Eterno”.
E sacerdote fu e visse accanto ai soldati dividendo con loro i disagi, le fatiche, le sofferenze, i pericoli.
Leggendo i suoi scritti entriamo nel suo animo, ne notiamo lo spirito sereno che manteneva, in mezzo al turbine della guerra.

DAL DIARIO MILITARE DI DON SILVIO FERRARI 1915- 1919
Piove. La strada è, non ingombra, ma letteralmente occupata. In Cervignano, a stento possiamo passare a uno a uno. Cannoni, carri, cavalli, buoi, carretti a mano, automobili, camions trattrici, un miscuglio orribile, soldati che gridano, bestemmiano, si lamentano, borghesi, famiglie intere, donne coi ragazzini al petto.
Il cielo è orribilmente illuminato, le nubi ci riflettono le luci di decine di incendi di grandiosissimi al fronte e ci illuminano la strada fino a S.Giorgio dove arriviamo sul far del giorno.
Scoppi fragorosissimi fanno tremare la terra: sono depositi di munizioni, magazzini immensi che vengono incendiati dai nostri. Valori immensi che vengono incendiati dai nostri. Valori immensi, frutto di lavoro, di fatica incalcolabili, che vengono distrutti in un subito in un momento di quasi disperazione.
La processione è immensa, a stento si cammina: lungo la strada, sui mucchi di ghiaia, sotto l’acqua, soldati rannicchiati, stanchi sonnecchiando, ricoperti da una semplice coperta o da una mantellina (e quanti morti).
Carretti rovesciati, camion capovolti, un assieme di scene, di particolari che formano un quadro terribile.
Eppure, tra tanta disgrazia, vi è chi ride, chi scherza, chi si illude essere questo il principio, l’indizio di pace prossima…..!
Lunga marcia. Molti gettano ora una cosa, ora l’altra, chi lo zaino, chi la cassetta, chi il tascapane.
A S.Giorgio di Nogaro ci raccogliamo quasi tutti. Anche D. Dorino mi raggiunge e da allora in poi sempre uniti.
Dopo breve sosta, durante la quale si beve un bicchierino di cognac (mandato dall’Elvira a D. Dorino) e di anice (conservati da D. Dorino dall’anno scorso), un pochino inebriati, si prosegue sempre sotto l’acqua.
Una breve sosta. Quasi affamati, si va cercando l’elemosina in una casa di contadini, buonissime persone che ci accolgono famigliarmente e ci preparano la polenta da noi trionfata con una scatoletta di carne.
Una famiglia numerosissima. Si prosegue sempre tra la stessa processione, mesta e terribile, sempre sotto l’acqua. E’ una cosa inesplicabile.
Inesplicabile, perché ci è impossibile quasi credere che in così poco tempo, l’Italia sia precipitata in tanta, in così grande rovina: non si vorrebbe credere a ciò che gli occhi vedono, a ciò che ripugna quasi alla mente.

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