BY Silvia Calici
Varsi: Con il nuovo anno, si avvicina la festa più amata dai Varsigiani: la festa ed Sant’ Antonii Abate, meglio conosciuto come protettore degli animali . Una festa popolarissima che quest’anno si svolgerà domenica 21 gennaio presso l’area mercatale: un appuntamento atteso con grande entusiasmo da tutti i cittadini. Alle ore 15 celebrazione eucaristica e benedizione invocata non solo sugli animali presenti, ma anche quelli che si trovano nelle case e nelle stalle della bella campagna varsigiana. Poi una breve introduzione di don Antonino Scaglia parroco del paese << Gli animali ci aiutano, meglio a vivere la creazione, sono un tramite tra l’uomo e Dio>> ha affermato citando anche la recente enciclica di Papa Francesco “Laudato si” << gli animali si trovano anche in paradiso, ne sono certo>> ha proseguito l’arguto sacerdote, che ha ricordato anche che”la benedizione con l’acqua santa è non solo per gli animali, ma anche per i proprietari. Nel corso della messa verrà benedetto anche il sale: in passato infatti il sale benedetto veniva sparso sulla prima erba cresciuta in primavera, prima di avviare il bestiame al pascolo, si diceva che lo proteggesse dalle malattie,” segno spesso di sapienza “ oltre che integratore alimentare per gli uomini per gli animali che verrà consumato come prevenzione contro le malattie, antica tradizione che viene tramandata di generazione in generazione. Sant’Antonio eremita egiziano, considerato il fondatore del monachesimo cristiano e il primo degli Abati, reputato essere potente taumaturgo, capace di guarire malattie terribili. Solitamente è raffigurato con accanto un maiale che reca al collo una campanella. Alla fine della Benedizione come rito propiziatorio, il vin brulè offerto come ogni anno da Renato Giovanelli. Secondo la leggenda, la notte del 17 gennaio gli animali avranno la facoltà di parola. Se solo fosse vero, chissà quali frasi ci rivolgerebbero e cosa ci racconterebbero delle loro vite. In passato, durante la notte degli animali parlanti, i cittadini si tenevano lontani dalle stalle, perchè udire gli animali conversare era segno di cattivo auspicio.