Giulio Rossi, un campione vero, ma poco conosciuto, che ha scritto pagine memorabili della storia del ciclismo anteguerra. Fra pochi giorni il corridore nativo di Tiglio (Bardi) avrebbe superato il traguardo del secolo di vita, ma purtroppo è scomparso a Parigi, dove viveva con la famiglia, ormai tanti anni fa, precisamente nel 1968.
Tuttavia la sua memoria e quella delle sue imprese è ancora viva, tant’è che l’Unione Velocipedistica Parmense, associazione di appassionati di ciclismo d’epoca, con la collaborazione del Lions Club Valceno e il patrocinio dell’amministrazione comunale di Bardi, ha dato vita ad una manifestazione denominata appunto «La Jules Rossi».
Jules, quasi un vezzo, e non Giulio, perché i francesi dopo l’emigrazione della famiglia Rossi a Parigi volevano «fare proprio» questo straordinario atleta capace di trionfare nella Parigi-Roubaix nel 1937 e di stabilire la media record nella Parigi-Tours del 1938, vinta ad oltre quarantadue chilometri orari conquistando l’ambito «ruban jaune» (nastro giallo).
Innumerevoli i suoi successi in alcune classiche transalpine come la Parigi-Reims e il Gran Premio delle Nazioni. Meno fortunata la partecipazione ai grandi giri a tappe, dove comunque colse un importante successo in una frazione del Tour de France del 1938.
Domenica, già di buon mattino, Bardi si è animata di ciclisti pronti a celebrare questo singolare anniversario. Sotto i portici dell’antico palazzo comunale, l’associazione di ciclismo storico ha allestito una mostra con biciclette del periodo di attività di Rossi e una serie di cimeli del campione.
Nel frattempo, grazie all’organizzazione di Velo Club Valera e Valceno Bike, da Varano Melegari è sopraggiunto un centinaio di cicloamatori dell’Acsi settore ciclismo con mezzi e abbigliamento attuale, ai quali si è aggregato un drappello di una trentina di ciclisti «eroici» provenienti dal piazzale del castello e muniti di biciclette identiche a quelle con le quali Jules Rossi ha costruito le sue vittorie.
A dare il via, starter di eccezione, Giuseppe Conti, sindaco di Bardi, e Beppe Conti, storico di ciclismo di Raisport. Il gruppo in breve ha raggiunto Caberra, lungo strade che al tempo di Rossi erano solo delle mulattiere, sostando presso il complesso monastico della beata Margherita Antoniazzi, proseguendo poi per Tiglio.
Qui, grazie a Renato Rossi del Lions Club è stata collocata una lapide ricordo.
«Giulio Rossi, come tanti di noi a quell’epoca – ha spiegato il sindaco Conti ai numerosi presenti – è stato un emigrante, ma ha saputo riscattarsi diventando un campione che con le sue vittorie ha spesso reso meno amara la vita in terra straniera a chi aveva abbandonato il proprio paese».
Commosso Jacqui Soprani, primo cugino del corridore, giunto appositamente da Parigi. Poco oltre, a Santa Giustina, la comunità locale ha accolto i pedalatori con un piacevole ristoro nel quale la tradizionale torta di patate l’ha fatta da padrona.
Fin qui tutto bene…ma per rendere più epica la giornata, come da previsioni meteo, una poderosa spruzzata di pioggia ha bagnato asfalto e vecchie maglie di lana dei partecipanti lungo la via del ritorno. Quasi nulla, a confronto di quell’«inferno del Nord», come chiamano la Roubaix, che Giulio Rossi affrontò vincitore nella primavera di quasi ottanta anni fa.
PAOLO BORELLI – GAZZETTA DI PARMA ONLINE 17 Settembre 2013
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