Nuovo direttivo per l’associazione culturale Regione Lunezia
La Spezia – Il direttivo di Lunezia, riunitosi nei giorni scorsi a Borgotaro, ha eletto presidente Rodolfo Marchini, vicepresidente Paolo Borzoni e tesoriere Franco Gandolfini. Ha nominato presidente onorario Giuseppe Benelli e presidente della consulta Amministratori Egidio Banti, Sindaco di Maissana. Ha poi costituito quattro sezioni territoriali (Spezia, Massa Carrara +Garfagnana, Parma +Reggio Emilia e Mantova, Piacenza +Cremona) e nominato i rispettivi responsabili nelle persone di Stefania Giovando insieme a Enrico Ghizolfi, Luigi Filippi, Marco Alberici e Fabio Callori. Inoltre ha formato il gruppo Organizzazione e nominato Responsabile Einer Menozzi. Nel corso della riunione sono state tracciate le linee dei primi appuntamenti organizzativi che metteranno a fuoco le principali attese del territorio luneziano che ha al centro le montagne toscoliguremiliane con tutte le loro problematiche relative a infrastrutture, turismo e servizi. Perciò il Direttivo ha deciso di impegnare le sue forze in due grandi proposte sul possibile sistema turistico tra le terre lunensi e quelle padane e sulla rete delle infrastrutture, a servizio del territorio, dell’Italia e dell’Europa, imperniata sull’ asse plurimodale Tirreno-Brennero. Questo territorio soffre, da decenni, particolarmente nel servizio dei trasporti in quanto la Pontremolese è una bella incompiuta, dimenticata da Dio e dagli uomini. Anche nello specifico della Pontremolese il Direttivo sta studiando una efficace iniziativa popolare che possa sbloccare una situazione stagnante che prevede il completamento dell’ opera nel 2039. Intanto per spostarsi in treno da Spezia a Parma si impiegano oltre due ore, lo stesso tempo che occorre per raggiungere Roma da Reggio Emilia AV.
L’associazione Lunezia nutre una motivata fiducia che un numero crescente di cittadini colga tutti gli aspetti favorevoli per rivendicare un nuovo assetto territoriale, amministrativamente autonomo, che possa affrontare e risolvere i problemi vecchi e nuovi delle proprie terre marginali, verso le quali oggi le attuali regioni centralistiche si mostrano sempre più matrigne.