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Storia
La storia antica della Val Mozzola è legata alla storia della rocca di Gusaliggio del feudo degli Obertenghi, una delle principali dinastie del medioevo, dalla quale derivarono le famiglie Estense, Malaspina e Pallavicino.
Vi operavano comunque in epoca longobarda e medievale i monaci dell’abbazia di San Colombano con vari possedimenti terrieri localizzati nella frazione di Mariano. Nei pressi vi erano i collegamenti della via degli Abati, percorsa dagli abati di Bobbio per raggiungere la marittima e Roma. Il culto di san Colombano sorse e fiorì con la cappella del castello di Gusaliggio dedicata al santo irlandese. Non lontano dalla rocca di Gusaliggio sorse tra il IX e X secolo la chiesa plebana.
Secondo il manoscritto Historia Pallavicina, con atto datato all’anno 981 l’imperatore Ottone II concesse ad Adalberto I Pallavicino Gusaliggio e la Val di Mozzola. La rocca di Gusaliggio fece da teatro al prologo e al triste epilogo dell’avventura del feroce condottiero Oberto II Pallavicino.
In seguito il feudo passò ai marchesi Pallavicino di Pellegrino. Nel 1428 il capitano di ventura Niccolò Piccinino, per conto del duca di Milano Filippo Maria Visconti, conquistò il castello di Pellegrino e arrestò il marchese Manfredo Pallavicino, che sotto tortura confessò di aver congiurato contro il duca; quest’ultimo lo condannò a morte, incamerò tutti i suoi beni e nel 1438 ne investì il Piccinino. Nel 1450 la rocca di Gusaliggio fu riassegnata ai Pallavicino.
Nel 1472 il duca di Milano Galeazzo Maria Sforza concesse il feudo di Val di Mozzola al cugino Lodovico Fogliani, al quale concesse la facoltà di aggiungere al proprio il cognome Sforza; il marchese, figlio di Corrado Fogliani d’Aragona e di Gabriella Gonzaga, era infatti marito di Margherita Pallavicino, ultima discendente della casata dei Pallavicino di Val di Mozzola.
L’ultimo marchese Giovanni Fogliani Sforza d’Aragona, ambasciatore e capo del governo nel Regno di Napoli e viceré di Sicilia, non avendo discendenti diretti, adottò e nominò suo erede il nipote Federico Meli Lupi di Soragna, figlio di sua sorella Lucrezia. Federico assunse dunque il casato Fogliani Sforza d’Aragona e le dignità gentilizie dello zio materno. Nel 1805 il figlio Carlo fu costretto a cedere i suoi beni a causa dei decreti napoleonici relativi all’abolizione dei diritti feudali.
La rocca di Gusaliggio fu poi acquistata dalla famiglia Conti, che dopo alcuni anni la smantellò, per realizzare nella vicina Pieve di Gusaliggio il palazzo di famiglia; quest’ultimo in seguito fu utilizzato quale sede del municipio di Valmozzola, prima del suo trasferimento agli inizi del XX secolo a Mormorola.
Monumenti e luoghi d’interesse
Pieve di Gusaliggio
La pieve di Santa Maria Assunta fu costruita in forme romaniche nell’XI secolo e riedificata in forme barocche nel 1704; ristrutturata internamente in stile neogotico nel 1912, fu dotata della facciata neoromanica nel 1965; la chiesa, internamente decorata con affreschi, conserva la seicentesca pala dell’Assunta, dipinta da Salvatore Pozzo, e alcune statue settecentesche. Accanto al luogo di culto si erge il Palazzo Conti, edificato nel 1851 e utilizzato fino agli inizi del XX secolo quale sede del municipio di Valmozzola.
A circa 1 km dalla pieve sono inoltre visibili le rovine della medievale rocca di Gusaliggio, arroccate su una rupe ofiolitica a precipizio sul torrente Mozzola.
A Sozzi di Gusaliggio è presente l’oratorio di Sant’Antonio, edificato in stile rinascimentale nel XVI secolo per volere dei nobili De Mutio.
Mariano
La chiesa dei Santi Gervaso e Protaso, edificata originariamente in forme romaniche in epoca medievale, fu completamente ricostruita in stile neoclassico nel XVIII secolo e ampliata tra il 1900 e il 1927; gli interni sono decorati con affreschi realizzati agli inizi del XX secolo dal pittore parmigiano Umberto Concerti.
Branzone
Di interesse risulta la chiesa parrocchiale di San Giacomo Apostolo, con le vicine costruzioni rinascimentali; in località San Siro di Branzone è inoltre presente l’oratorio delle Grazie.
San Martino
La chiesa di San Martino vescovo, edificata originariamente in forme romaniche in epoca medievale, fu in parte modificata tra il XVII e il XVIII secolo e nel 1852 ristrutturata nella facciata neoclassica; al suo interno le volte sono decorate con affreschi.
In località Stazione di Valmozzola si trova l’oratorio della Beata Vergine Ausiliatrice della Stazione, edificato tra il 1950 e il 1954.
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