CARLO BERNI, MIO NONNO di Franco Berni

CARLO BERNI, MIO NONNO

Sto aprendo un cassetto per cercare qualcosa,

la mano sposta una scatola di foggia curiosa,

sono, di mio nonno Carlo, le matite colorate,

marca Stabilo,tutte con molta cura temperate.

In bella vista, in ben ventiquattro tonalità,

l’astuccio sta in piedi  e  si divide a metà,

gradevole la progressione  dei tanti  colori,

un arcobaleno, pur con gli argenti e gli ori.

Erano le preferite, le teneva  sempre vicino,

con fogli di carta, gomma, lapis, carboncino

e quando incontrava qualcosa di interessante,

con mano felice  faceva schizzi  all’istante.

Era un modo  tutto suo  di  vedere  le  cose,

sia quelle semplici che  quelle  più curiose,

si fermava a prender appunti con particolari,

il volto di persone, paesaggi, oggetti  vari.

Io rivedo il Nonno, nella sua casa  di Varsi,

penso l’età, sugli ottantant’anni, può darsi,

eccolo  ritratto  in  un’ antica  fotografia,

il pensiero  vola a ritroso  con  malinconia.

L’ho ben impresso anche s’ero appena ragazzo,

le mani poggiate alla ringhiera del terrazzo,

è ritto e sta guardando il Ceno e la Vallata,

capelli candidi, occhi cerulei, barba curata.

Alto, asciutto   e  di  elegante  portamento,

come si conviene a un signore dell’ottocento,

una camicia grigioverde  di  foggia militare,

il gilet scuro che tanto gli piaceva portare,

pantaloni a righe,giacca invariabilmente blu,

le scarpe con spesse suole, rivolte all’insù,

d’oro l’orologio a cipolla e anche la catena,

così la stilo  col pennino che saliva appena,

in tasca  la sua lente  con la custodia nera,

mai visto occhiali né la mattina, né la sera,

un coltellino  di  madreperla,  se  non erro,

le chiavi e il bastone  dal puntale di ferro,

il portafoglio  con dentro qualche banconota,

la foto della Nonna, pure un’immagine devota,

il fazzoletto bianco  spuntava  dal taschino,

estate, inverno: sempre Panama  o  Borsalino.

Era ben forbito nel parlare del tempo che fu,

di cose passate che al presente non sono più:

di Maria Luigia, dei Borboni, poi dei Savoia,

in modo curioso, che mai mi procuravano noia.

Incantato, bevevo  tutto quel suo dotto dire,

i Conti Scotti, i Rugarli, poi il lor finire,

delle antiche leggende  della nostra vallata,

tali  da mandare  i miei giochi  sulla beata…

Raccontava della bomba  che la casa  devastò,

di quando, alla fine guerra, Sindaco diventò,

della  sua  attività  di  Esattore  Comunale,

del referendum e di come al Re  rimase leale.

Era molto restio  a parlare di Nonna Peppina,

se ne era andata  per una malattia repentina,

quando la ricordava non tratteneva il pianto,

per cinquantasette anni le era stato accanto.

Con dei proverbi latini lui amava dissertare,

retaggio del ginnasio, gli piaceva ricordare,

notizie tristi e liete della nostra famiglia,

una curiosità che dopo anni ancora mi piglia…

Sovviene la spiccata passione per la pittura,

mano felice a far ritratti, copiar la natura,

cavalletti, tavolozze e poi colori, pennelli,

tante matite, solventi, carboncini e modelli.

La sua pignoleria nel cercare le somiglianze,

mescolare dei colori  secondo antiche usanze,

appunti, schizzi,disegni su album e così via,

dando sfogo alla creatività ed alla fantasia.

E qui rivedo tutti i ritratti della Famiglia,

fatti ad olio, ognuno all’originale somiglia,

l’autoritratto,la Nonna Peppina, Mamma, Papà,

svariate vedute di Varsi, Madonne e Natività.

Questo era il Nonno Carlo come lo ricordo io,

le sue idee, il modo di essere e il suo brio

ed or che m’avvicino sempre più alla sua età,

capisco tante cose e sento analoghe affinità…

Ecco!

Questo era Nonno Carlo.

Lo ricordo con affetto e nostalgia

ma anche con tanta curiosità.

Sovente, pensandolo, mi confronto ancora con lui:

allora mi sembrava lontanissimo,

adesso, Nonno anch’io, lo sento vicino

e lo capisco di più.

 Sto vivendo una piccola parte di Lui

e Lui vive in me,

in Paolo,

in Massimo,

in Gianluca,

 in Filippo,

 in Jacopo…

e in tutti quelli che verranno dopo di noi!

Per sempre.

 

Varsi, 24.04.2011 (è Pasqua)

 

 

 

 

 I DIPINTI DI NONNO CARLO

 

 

 

   
   
   
   

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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